Luci e ombre dei Consorzi di filiera nell’era dell’economia circolare

AGGIORNAMENTI


di Giulia Ursino

I Consorzi di filiera, esempio virtuoso del nostro ordinamento, nella realizzazione dei principi sottesi ad una economia circolare, presentano tuttavia ancora dei punti di oscurità.
Ci si riferisce, in particolar modo, alla astratta sovrapposizione di competenze e funzioni tra Consorzi, soprattutto per quanto riguarda la gestione dei materiali plastici. Ovvero all’assenza di una specifica attività di vigilanza sulle filiere, in capo ai soggetti pubblici.
Una tale incertezza legislativa e nei controlli, oltre ad ostacolare il raggiungimento dei nuovi obiettivi europei, palesati nel c.d. pacchetto sull’economia circolare, spesso si traduce in enormi disparità di trattamento tra gli operatori del settore, con evidente malcontento comune.
In tale quadro, il ricorso al criterio funzionale – quale strumento elaborato dalla giurisprudenza al fine di dirimere le incertezze legate alle interferenze tra Consorzi – si presenta come rimedio emergenziale, che si auspica venga superato quanto prima da uno specifico intervento riformatore.


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