di Giulia Ursino
Il “problema delle trivelle”, recentemente tornato alla ribalta dell’opinione pubblica, mostra uno scenario desolato, ove cavalcando l’onda di radicati preconcetti, si preferisce vietare determinate attività, piuttosto che ricercare soluzioni volte a rendere l’Italia - energicamente prima e economicamente poi - autosufficiente.
E intanto si perdono posti di lavoro e si determina la fuga degli investimenti verso l’estero, sulla base di una presunta difesa dell’ambiente che si presenta sempre di più come uno specchietto per le allodole.
Un ripensamento dell’intero sistema – volto a coniugare le istanze di tutela ambientale con quelle di autosufficienza energetica - è dunque un imperativo categorico cui i nostri rappresentanti politici non possono e non devono più sottrarsi.
Riusciremo dunque ad accantonare pretese ideologie di parte e storici antagonismi, al fine di tutelare il bene del Bel Paese?! Ai posteri l’ardua sentenza.
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