Climate change litigation in pillole: un focus su alcuni profili di responsabilità statale

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di Valentina Felisatti

Il fenomeno del cambiamento climatico è entrato nel dibattito politico internazionale oramai da decenni. A tale dibattito puramente politico, si è recentemente affiancata una nuova forma di “giustizia ambientale”, comunemente conosciuta con l’espressione climate change litigation, che opera quindi su un piano giudiziale.

Con l’espressione climate change litigation si allude all’insieme degli strumenti con i quali si sottopone ad un giudice una questione giuridica afferente al tema del cambiamento climatico e ai connessi effetti avversi sull’ambiente e sulla salute umana. L’espressione, insomma, restituisce l’idea del processo quale luogo deputato alla risoluzione delle controversie afferenti a tematiche che, direttamente o indirettamente, chiamano in causa il tema del cambiamento climatico.

Il presente contributo mira ad offrire al lettore un assaggio di tale contenzioso. Più precisamente, a seguito di una indispensabile panoramica sul tema, il contributo si soffermerà sul solo profilo della responsabilità degli Stati, analizzando due recenti pronunce con le quali lo Stato francese e quello italiano sono stati condannati, seppur a diverso titolo, per questioni afferenti alla tematica del cambiamento climatico.


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