di Giulia Todini
Come noto, con la recentissima direttiva n. 2019/904/UE (c.d. Direttiva Plastiche) sono stati messi al bando determinati prodotti in plastica, in particolare cannucce e posate usa e getta.
Sulla scia di tale direttiva, che dovrà essere recepita entro la metà del 2021 (in Italia entro il 3 luglio 2021), alcune istituzioni come comuni e regioni hanno pubblicato ordinanze c.d. “Plastic free” nelle quali dichiarano di anticipare la suddetta direttiva.
Ciò, ha, di fatto, esposto tali amministrazioni a ricorsi sulla inesattezza di tali provvedimenti dinanzi ai tribunali di competenza da parte di soggetti privati quali, per lo più, associazioni di categoria interessate economicamente dai divieti imposti con essi.
Con l’ordinanza in commento il TAR Puglia ha provato, forse impropriamente, a delineare i limiti di competenza legislativa tra Stato e Regioni in tale particolare materia.
Lo scontro sulle competenze in materia ambientale, tuttavia, non sembra ancora chiuso.
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