Impianti mobili di disidratazione dei fanghi: perché sono esclusi dall’obbligo di autorizzazione alla gestione dei rifiuti?

GESTIONE


di Valentina Bracchi

Gli impianti mobili si caratterizzazione per essere, appunto, mobili, nel senso che non sono destinati ad essere impiegati in un unico sito/area, bensì sono progettati e costruiti per essere utilizzati in tempi diversi presso diversi e molteplici siti ed occasioni.

La disciplina in concreto applicabile agli impianti mobili – e, quindi, l’eventuale necessità di un’autorizzazione ambientale dei medesimi - varia a seconda che gli stessi siano utilizzati per il trattamento di rifiuti, ovvero di non rifiuti.

In particolare, la disciplina concretamente applicabile agli impianti mobili è differente a seconda che attraverso detti impianti vengano recuperati e/o smaltiti rifiuti, oppure vengano lavorati non rifiuti (prodotti/sottoprodotti).

All’interno della prima categoria, paiono inserirsi gli impianti che disidratano i fanghi derivanti dagli impianti di depurazione. in quanto il legislatore (all’interno dell’art. 208), ha espressamente inteso escluderli dall’obbligo di autorizzazione.

È lecito pertanto chiedersi, quindi, se la disidratazione dei fanghi sia operazione di trattamento dei rifiuti oppure no e quale sia la ratio dell’esclusione.


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