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Il Ministero dell’Ambiente ha risolto la questione in un quesito1, pubblicato in maggio 2018 e recante per l’appunto “Interventi di manutenzione su impianti antincendio contenenti halon – trasporto delle bombole contenenti il gas estinguente”.
La problematica riguarda la gestione dei contenitori di gas proveniente dagli interventi di manutenzione eseguiti periodicamente su alcuni tipi di impianti antincendio in uso presso l’Amministrazione della difesa. In particolare, si tratta del caso delle bombole destinate al contenimento del gas halon ed alla necessità che le stesse debbano essere sottoposte ad un collaudo decennale secondo quanto previsto dalla normativa ADR.
All’atto della verifica le bombole sono disconnesse dall’impianto antincendio e trasportate ad impianti destinati alle operazioni di collaudo, ove i recipienti a tal fine vengono svuotati dal gas e viene altresì smontato il sistema di tenuta. Il gas viene, inoltre, recuperato ai sensi del regolamento 1005/2009 per essere successivamente riutilizzato (previa rigenerazione /riciclo ai sensi del citato regolamento 1005/2009) o per essere destinato ad operazioni di smaltimento (art. 183, comma 1, lettera z) del decreto legislativo 3 aprile 2006, n.152).
Il Consorzio che pone il quesito muove dal presupposto che la produzione del rifiuto avvenga solo nel momento in cui l’halon è estratto dal recipiente, ovvero nel momento in cui la bombola raggiunge l’impianto di collaudo e si chiede al Ministero di sapere se il trasporto delle bombole di gas halon destinate alle operazioni di collaudo possa avvenire solo mediante la documentazione fiscale di trasporto prevista per le merci pericolose.
Il Ministero obietta però che nel momento in cui la bombola si trova ad essere fisicamente distaccata dall’impianto antincendio, per essere destinata al collaudo, il gas in essa contenuto cessa la fase di impiego e questo non potendo essere ulteriormente e diversamente utilizzato - in quanto da sottoporre ad operazioni di rigenerazione/riciclaggio acquisisca la qualifica di rifiuto, ai sensi dell’articolo 183 comma 1 TUA.
Pertanto, può affermarsi che il luogo di produzione del rifiuto viene a coincidere con il luogo presso il quale il manutentore esegue l’intervento di distacco della bombola contenente il gas e non presso il luogo ove il manutentore estrae il gas dalla bombola.
Il Ministero si preoccupa anche di chiarire che, poiché si è nell’ambito di interventi di manutenzione possono essere applicate le disposizioni di cui all’articolo 266 del d.lgs. 152/06, ai sensi del quale il luogo di produzione dei rifiuti da attività di manutenzione può coincidere con un luogo diverso rispetto a quello di effettiva origine (fictio juris rispetto alla disciplina generale di cui all’articolo 183, comma 1, lettera bb) .
Il deposito temporaneo, allora, non viene ad essere realizzato presso il reale luogo di produzione del rifiuto (sede dell’intervento di manutenzione), bensì in quello giuridico (fittizio) rappresentato dalla sede o domicilio del soggetto che svolge tali attività. I rifiuti vi giungeranno nel rispetto della disciplina sul trasporto di cui all’articolo 193 perché la movimentazione dal luogo effettivo di produzione al luogo giuridico di produzione del rifiuto avviene mediante trasporto su strada. Tali rifiuti, quindi, dovranno essere accompagnati durante la movimentazione dal FIR.
In conclusione, il luogo di produzione del rifiuto viene a coincidere con il luogo presso il quale il manutentore esegue l’intervento di distacco della bombola contenente il gas e non presso il luogo ove il manutentore estrae il gas dalla bombola.