Nel mese di marzo 2021, ANAC ha pubblicato sul proprio sito istituzionale un resoconto sull’attività sanzionatoria condotta nel corso del 2020 in materia di whistleblowing nel settore pubblico ai sensi dell'art. 54-bis d.lgs. 165/2001. Come noto, la disciplina del whistleblowing impone l’adozione di canali che permettano ai dipendenti di segnalare, in forma anonima, gli illeciti commessi in ambito lavorativo, prevedendo forme di tutela del lavoratore segnalante. A tal fine, nel corso del 2020, è stata adottata la delibera 1° luglio, n. 690, con la quale è stato riscritto il Regolamento “per la gestione delle segnalazioni e per l’esercizio del potere sanzionatorio in materia di tutela degli autori di segnalazioni di illeciti o irregolarità di cui siano venuti a conoscenza nell’ambito di un rapporto di lavoro di cui all’art. 54-bis decreto legislativo n. 165/2001”.
Tale regolamento distingue 4 tipologie di procedimento che ANAC può istruire ai sensi dell’art. 54-bis:
- gestione delle segnalazioni di illeciti effettuate dal whistleblower;
- accertamento di eventuali comportamenti ritorsivi adottati nelle Amministrazioni e negli Enti di cui al 54-bis, co. 2 nei confronti del whistleblower e conseguente applicazione della sanzione ex art. 54-bis, co. 6, primo periodo al soggetto responsabile;
- accertamento del mancato svolgimento da parte del RPCT delle attività di verifica e conseguente applicazione della sanzione ex art. 54-bis, co. 6, terzo periodo;
- accertamento dell’esistenza o meno di procedure per l’inoltro o la gestione delle segnalazioni e conseguente applicazione della sanzione di cui all’art. 54-bis, co. 6, secondo periodo.
Ebbene, stando al resoconto pubblicato da ANAC, i fascicoli definiti nel corso del 2020 in materia sono stati 1616. Ciò chiarito, il resoconto del marzo 2021 propone un abstract di alcune delibere sanzionatorie relative alla seconda tipologia di procedimento, sintetizzandone le relative motivazioni.