LA MOBILITÀ ELETTRICA E IL SUO “TALLONE DI ACHILLE”

EDITORIALE, 02/07/2019

Narra la leggenda che Teti, madre di Achille, per rendere il figlio invincibile, lo immerse, neonato, nel fiume Stige tenendolo solo per un tallone. Da quel momento, l’eroe mitologico divenne invulnerabile a qualsiasi colpo, tranne che a quelli sferrati contro il suo tallone. 

Questo suo punto debole sarà poi scoperto da Paride che, colpendolo al tallone con un dardo avvelenato, lo uccise.

Parlando fuor dei miti, questo è proprio il (triste) destino che bisogna evitare per le auto elettriche.

Tali veicoli sono infatti meno nocivi – per la salute e l’ambiente - rispetto a quelli con motori a combustione, purtuttavia gli stessi non possono reputarsi veramente sostenibili, in quanto permangono alti i rischi connessi alla gestione del suo fine-vita. 

In particolare, è proprio la gestione del fine vita delle batterie a costituire il “tallone d’Achille” delle auto elettriche. Ossia, le auto elettriche - benché all’avanguardia dal punto di vista della riduzione delle emissioni inquinanti - restano tuttavia vittime dei limiti connessi alla gestione delle loro batterie.

Problema, questo, di non poco conto, visto che in Europa il numero di vetture acquistato è aumentato significativamente negli ultimi tempi e si stima che fra una ventina d’anni circoleranno, negli Stati Membri, addirittura 600 milioni di auto elettriche. A ciò si aggiunge che, malgrado in teoria la vita media delle batterie per auto elettriche sia di 8 anni, queste non sempre risultano all’altezza delle prestazioni richieste registrando, soltanto nell’Unione Europea, la produzione di 160.000 tonnellate di batterie esauste ogni anno.

Il problema della gestione del fine vita delle batterie elettriche, che pur offrono un’alternativa sostenibile alle emissioni inquinanti prodotte dai motori a combustione, è dunque sempre più gravoso e richiede una pronta soluzione. 

In Italia, la loro regolamentazione è stata trasfusa nel D.Lgs. n. 188 del 2008, che disciplina appunto l’immissione sul mercato di pile e accumulatori, nonché la loro successiva gestione. 

Iniziamo col dire che, in tale settore, vige inderogabilmente il principio della responsabilità estesa del produttore del prodotto, secondo la quale è il produttore del prodotto (ossia chi immette per la prima volta nel mercato la batteria) a doversi preoccupare - anche - del un suo corretto recupero/smaltimento.

In particolare, lo stesso è tenuto ad organizzare e gestire sistemi di raccolta separata delle batterie (aderendo a quelli già esistenti o creandone di nuovi), idonei a coprire in modo omogeneo tutto il territorio nazionale.

Obbligo speculare di chi detiene batterie per veicoli è, invece, quello di conferirli ai sistemi di cui sopra.

Con la specificazione – in caso di soggetti privati (non esercenti dunque un’attività commerciale) - che tale conferimento potrà avvenire anche presso i centri di raccolta allestiti da detti sistemi di raccolta,  il tutto senza oneri e senza l'obbligo di acquistarne di nuove.

Tutte le batterie raccolte, dovranno poi necessariamente essere avviate ad operazioni di trattamento e riciclaggio, in quanto ne è vietato lo smaltimento in discarica o l’incenerimento, se non opportunamente trattate.

In definitiva, cosa deve fare il proprietario di un veicolo elettrico le cui batterie si sono esaurite?

Niente di più che lasciarle presso gli esercenti commerciali coinvolti (ad es. rivenditore o elettrauto), che a loro volta le conferiranno ai sistemi di raccolta. Oppure potrà conferirle autonomamente presso i centri di raccolta gestiti dai medesimi soggetti.

In ogni caso, tale operazione è gratuita e quindi non comporta alcun costo aggiuntivo per il cittadino. 

La sfida è – e sarà – invece quella di sviluppare sistemi di trattamento e riciclaggio sempre più all’avanguardia, al fine di rendere le batterie elettriche prodotti via via più “sostenibili”.

A tal proposito, si fa presente che recentemente in Italia è stato sviluppato un nuovo processo per il riciclaggio/recupero del fine vita dei componenti delle batterie, che potrebbe condurre a risultati che fino a poco tempo fa erano considerati un’utopia.

Forza, dunque, evitiamo che Paride uccida nuovamente l’eroe! Trasformiamo il punto debole in un punto di forza, vincendo la sfida della mobilità sostenibile rendendola sempre di più una “scelta possibile”.

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