Descrizione
Cass. penale, sez. III, n. 45434 del 30 novembre 2022
Con la sentenza n. 45434 del 30 novembre 2022, la terza sezione della Cassazione Penale si è pronunciata in merito alle modalità di accertamento delle infrazioni in materia di scarico e sulla nozione di scarico di acque reflue.
Nel caso di specie, il titolare di una azienda veniva condannato per il reato di cui all’art. 137, co. 1 e 2, d.lgs. 152/2006 (scarico di reflui industriali contenenti determinate sostanze pericolose).
Rigettando le deduzioni del ricorrente, i Giudici hanno affermato la legittimità dell’accertamento della violazione effettuata tramite campionamento istantaneo. Invero, le indicazioni sulle metodiche di prelievo e campionamento del refluo, contenute nell'allegato 5 alla Parte II^ del d.lgs. 3 aprile 2006, n. 152 (campione medio prelevato nell'arco di tre ore), non costituiscono un criterio legale di valutazione della prova e possono essere derogate, anche con campionamento istantaneo, in presenza di particolari esigenze individuate dall'organo di controllo, delle quali deve essere data motivazione e tali esigenze possono derivare dalle caratteristiche del ciclo produttivo, dal tipo di scarico - continuo, discontinuo, istantaneo - dal tipo di accertamento.
Inoltre, quanto alla obiezione della insussistenza dello scarico dei reflui al momento del campionamento, la Suprema Corte afferma che “rientra nella nozione di scarico la canalizzazione, anche se soltanto periodica o discontinua o occasionale, di acque reflue in uno dei corpi recettori specificati dalla legge ed effettuata tramite condotta, tubazione o altro sistema stabile di canalizzazione”. Pertanto, non risulta necessario che al momento di accertamento sia in corso il deflusso dei reflui, essendo sufficiente accertare che attraverso una collettazione stabile si effettui o sia stato effettuato lo sversamento dei reflui nei termini di cui alla fattispecie penale di riferimento.
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