I rifiuti sanitari assimilati alla luce della definizione di rifiuto urbano

Descrizione

di Antonio Mogavero

Come noto, la disciplina della gestione dei rifiuti sanitari è contenuta in un regolamento del 2003, espressamente richiamato dal Testo Unico ambientale.

Il riferimento ad una normativa datata, addirittura precedente al decreto legislativo n. 152 del 2006, non può che creare dubbi interpretativi rapportandola ad una disciplina generale sui rifiuti che mai come negli ultimi anni ha subito continue modifiche.

Se da un lato non destano preoccupazioni i continui riferimenti all’ormai abrogato Decreto Ronchi (D.Lgs. 22/1997), le criticità emergono in riferimento a diversi profili, tra i quali spicca il riferimento alla nozione di assimilazione, ormai superata nel Testo Unico ambientale.

Invero, l’art. 2 del DPR 254/2003 ancora prevede la categoria dei rifiuti sanitari assimilati agli urbani, nonostante le modifiche apportate dal decreto di recepimento delle cd. direttive del pacchetto sull’economia circolare abbiano provveduto ad eliminarla, al pari della relativa competenza comunale.

Ciò posto, non può che sorgere spontanea una domanda: “Come devono essere classificati detti rifiuti?”

Ebbene, ad una domanda affatto trascurabile sembra che il Legislatore non abbia fornito ancora una risposta, prestando il fianco a diverse interpretazioni.

LEGGI DI PIÙ

Questo contenuto è consultabile solo se si è sottoscritto un abbonamento CONTENT (oppure un pacchetto OPEN ACCESS)

 VAI AGLI ABBONAMENTI

VUOI SAPERNE DI PIÙ?

Contattaci se hai bisogno di maggiori informazioni su questo contenuto
RICHIEDI INFORMAZIONI
Contatta il nostro servizio clienti ed ottieni in tempi brevi tutte le informazioni necessarie nonché preventivi gratuiti.
Ambiente Legale dalla parte delle aziende.
RICHIEDI INFORMAZIONI