Assonime pubblica il rapporto “Doveri degli amministratori e sostenibilità”

NEWS, 08/04/2021

Il 24 marzo 2021, Assonime ha pubblicato sul proprio sito (Sezione “pubblicazioni” – “note studi e approfondimenti”) un rapporto recante “Doveri degli amministratori e sostenibilità”.
Come si legge nella pagina di presentazione del documento, “il Rapporto intende promuovere un'attiva partecipazione del sistema italiano alle iniziative dell'Unione europea sulla sustainable corporate governance, con lo scopo di contribuire, attraverso misure graduali e proporzionate, alla costruzione di un modello europeo d'impresa sostenibile”.
Ma cos’è la sustainable corporate governance?
Si tratta, in estrema sintesi, dell’insieme delle iniziative che incentivano le imprese a concentrarsi sulla creazione di valore sostenibile a lungo termine. Ebbene, il documento riepiloga anzitutto il quadro normativo internazionale, europeo e domestico in materia di sostenibilità all’interno delle aziende. In questo contesto, peraltro, si segnala che tra gli strumenti che denotano un avvicinamento delle imprese italiane ai temi della sostenibilità ambientale viene annoverato proprio il d.lgs. 231/2001. Riprendendo le parole del documento, “il d.lgs. 231/2001 – che ha introdotto la disciplina sulla responsabilità amministrativa delle persone giuridiche in occasione di reati commessi dai propri vertici – ha responsabilizzato le imprese in merito alle attività e all’organizzazione attuate per contrastare l’illegalità e garantire la tutela ambientale e sociale nell’esercizio dell’impresa21.
Pur non prevendendo espressamente un obbligo di due diligence, il d.lgs. 231/2001 impone all’ente che voglia andare esente da responsabilità di adottare ed efficacemente attuare un modello di organizzazione e gestione idoneo a prevenire i reati indicati. In tal modo, l’ente ha l’obbligo di sviluppare procedure e protocolli idonei a identificare, prevenire e mitigare il rischio di commissione dei reati”.
Il rapporto si dedica poi al tema della sostenibilità ambientale nella prassi della realtà imprenditoriale italiana. Scopo, infatti, è quello di “analizzare come la prassi delle imprese italiane abbia dato corso alle nuove policies in materia di sostenibilità” al fine di verificare lo stato dell’arte nel panorama domestico. Nel documento vengono infine offerte alcune interessanti soluzioni per giungere ad una migliore definizione di un “modello europeo di impresa” non orientato esclusivamente al profitto, ma che accolga in maniera ancora più decisa i profili della sostenibilità ambientale. In tale quadro, viene evidenziata l’opportunità di un intervento europeo, nella forma della Raccomandazione, che promuova “un’armonizzazione dei principi di fondo” in materia di sostenibilità aziendale, “lasciando al contempo adeguata flessibilità nella loro applicazione a livello nazionale, in considerazione delle specificità dei diversi modelli di disciplina societaria”.

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