DDL Salva Mare quali novità?

EDITORIALE, 10/12/2021

Il 9 novembre 2021 il Senato ha approvato, con modificazioni, il disegno di legge, già approvato dalla Camera dei Deputati il 24 novembre 2019, il cosiddetto Ddl Salva Mare che comprende le “Disposizioni per il recupero dei rifiuti in mare e nelle acque interne e per la promozione dell’economia circolare”.

La normativa risponderebbe alla volontà di conseguire un elevato livello di sicurezza e protezione dell’ambiente, in particolare quello dei mari, già avviato da tempo in ambito europeo ed internazionale.

Ed invero, già con la ben nota “Convenzione MARPOL” – convenzione internazionale del 1973/78 per la prevenzione dell’inquinamento causato da navi – sono stati fissati i divieti generali relativi agli scarichi delle navi in mare e le condizioni alle quali alcuni tipi di rifiuti possono essere scaricati nell’ambiente marino.

Sulla scia, l’Unione ha poi proseguito l’attuazione di alcune parti della Convenzione mediante la promulgazione della Direttiva 2000/59/CE del Parlamento europeo e del Consiglio. Da ultimo, sul punto è intervenuta la Direttiva (UE) 2019/883 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 17 aprile 2019, relativa agli impianti portuali di raccolta per il conferimento dei rifiuti delle navi, che ha modificato la direttiva 2010/65/UE e abrogato la direttiva 2000/59/CE.

La necessità è quella di mitigare, da un lato, il buon funzionamento del traffico marittimo migliorando, dall’altro, la disponibilità e l’uso di adeguati impianti portuali di raccolta dei rifiuti e il conferimento degli stessi presso tali impianti.

In tale quadro internazionale ed europeo è stato approvato dal Senato il disegno di legge c.d. Ddl “Salva Mare”.

Il Ddl “Salva mare” fornisce importanti novità per contribuire al risanamento dell’ecosistema marino e alla promozione dell’economia circolare nonché alla sensibilizzazione della collettività per la diffusione di modelli comportamentali virtuosi.

A tale scopo, le misure individuate dalla disciplina stabiliscono una gestione semplificata dei rifiuti accidentalmente pescati definiti come “i rifiuti raccolti in mare, nei laghi, nei fiumi e nelle lagune dalle reti duranti le operazioni di pesca” e quelli raccolti occasionalmente nei medesimi luoghi con qualunque mezzo.

A tal riguardo, appare del tutto indiscutibile la grande minaccia che essi rappresentano per i mari e le acque interne e, dunque, il recupero, seppur accidentale, se gestito senza obblighi economici e adempimentali come previsto, costituirebbe una importante salvaguardia ambientale. 

 


 

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