Necessità dell’autorizzazione allo scarico per le acque meteoriche potenzialmente inquinate

Descrizione

Cassazione penale, Sez. III, Sentenza del 19 ottobre 2022, n. 39513

Con riferimento ad un piazzale di veicoli fuori uso da riparare, la Corte di Cassazione ha ribadito il principio per cui le acque meteoriche contaminate necessitano di un’autorizzazione allo scarico di reflui industriali.

L'art. 113 assegna le competenze sulle acque meteoriche e di dilavamento alle regioni prevedendo, in specifici casi, l'obbligo di autorizzazione per gli scarichi di acque meteoriche, la separazione e lo specifico trattamento delle acque di prima pioggia derivanti da superfici potenzialmente contaminate.

Ciò detto, la Suprema Corte ricorda che “la giurisprudenza di legittimità ha ripetutamente affermato che in tema di tutela penale dall'inquinamento, le acque meteoriche da dilavamento sono costituite dalle sole acque piovane che, cadendo al suolo, non subiscono contaminazioni con sostanze o materiali inquinanti, poiché, altrimenti, esse vanno qualificate come reflui industriali D.Lgs. 3 aprile 2006, n. 152, ex art. 74, comma 1, lett. h), (Sez. 3, n. 6260 del 05/10/2018, Galletti, Rv. 274857 - 01; Sez. 3, Sentenza n. 2832 del 02/10/2014, Mele, Rv. 263173 - 01)”.

Dunque, “non è richiesta l'autorizzazione per lo scarico delle acque pluviali non contaminate per le aree adibite a solo deposito di veicoli, ma, invece, è necessaria la specifica autorizzazione di refluo industriale, pavimentazione impermeabilizzante”.

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