Descrizione
Cons. di Stato, sez. IV, sent. del 26 maggio 2023, n. 5206
Il Consiglio di Stato ribadisce che la fattispecie del cd. silenzio-inadempimento riguarda le ipotesi in cui, di fronte alla formale richiesta di un provvedimento da parte di un privato, l’Amministrazione, titolare della relativa competenza, ometta di provvedere entro i termini stabiliti dalla legge.
Lo stesso prosegue affermando che l’omissione dell’adozione del provvedimento finale assume il valore di silenzio-inadempimento (o rifiuto) solo nel caso in cui sussista un obbligo giuridico di provvedere. Pertanto, i presupposti per l’attivazione del rito speciale consistono nell’esistenza di uno specifico obbligo di provvedere in capo all’Amministrazione e la natura provvedimentale dell’attività oggetto della sollecitazione.
Nel caso sottoposto all’attenzione dei Giudici di Palazzo Spada, l’appellante lamentava il mancato rinnovo del patrocinio gratuito per gestire i fanghi delle fosse settiche provenienti da un vicino nucleo abitativo abusivo.
Nello specifico, ritenendo che l’Autorità comunale dovesse anche apprestare, in favore dei residenti sforniti del servizio di fognatura, i mezzi giuridici per assolvere agli obblighi di corretta gestione degli effluenti, la stessa avrebbe dovuto adottare provvedimenti per l’approntamento di idonei sistemi di smaltimento dei rifiuti liquidi.
Il Consiglio di Stato ritiene che non sussistano i requisiti per l’azione avverso il silenzio, in quanto al Comune non veniva richiesto una specifica attività provvedimentale, quanto una serie di attività materiali come la predisposizione di idonei sistemi di smaltimento dei reflui.
LEGGI DI PIÙ