Impianti minimi. Concorrenza o prossimità? Questo è il dilemma

Descrizione

Nota alla sentenza del Cons. di Stato, 31 luglio 2023, n. 7412

di Daniele Carissimi

Con la Delibera 363/2021/R/RIF, ARERA ha determinato i corrispettivi del servizio integrato dei rifiuti fissando, tra le altre cose, i criteri per la definizione delle c.d. tariffe di accesso agli impianti di trattamento, ivi compresi i c.d. impianti minimi, ossia quelli giudicati indispensabili per la chiusura del ciclo dei rifiuti in ambito regionale, che risultano quindi sostanzialmente sottratti al libero gioco della concorrenza.

Le criticità che si celano dietro alle previsioni contenute nella predetta delibera e i profili di frizione rispetto alla gestione dei rifiuti per come siamo stati abituati a conoscerla sino ad oggi sono tuttavia numerosi e riguardano in particolare il tema della c.d. privativa del servizio e, più in generale, dell’applicazione della concorrenza in materia di gestione dei rifiuti. Diverse sono infatti le incongruenze emerse nel rapporto tra la delibera dell’Authority, il Testo Unico Ambientale e il Programma Nazionale di Gestione dei Rifiuti (PNGR), approvato con Decreto Ministeriale n. 257, del 24 giugno 2022.

Sul punto, di particolare interesse sono le considerazioni contenute sentenza, 31 luglio 2023, n. 7412, nella quale il Consiglio di Stato ha espresso la propria posizione in ordine al difficile rapporto tra il principio di prossimità e quello di concorrenza.


 

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