Discrezionalità e bilanciamento degli interessi nella valutazione di impatto ambientale (VIA)

Descrizione

L’istituto della Valutazione di Impatto Ambientale per come lo conosciamo oggi ha radici profonde e le sue prime tracce possono rinvenirsi già negli anni Sessanta del Novecento quando prima negli Stati Uniti e poi in Europa ha cominciato a diffondersi l’esigenza da parte dell’opinione pubblica di prevedere, valutare ed eventualmente arginare il potenziale impatto ambientale negativo derivante dalla realizzazione di determinate opere.  La più importante risposta a tale esigenza è stata individuata proprio nella VIA, ossia quel procedimento che oggi è disciplinato nell’Unione Europea dalla dir. 2011/92/UE, recepita in Italia nella Parte Seconda del Testo Unico Ambientale e la cui finalità è quella di individuare, descrivere e valutare gli effetti diretti e indiretti di un determinato progetto sulle principali matrici ambientali al fine di scongiurarne gli effetti negativi, tenendo tuttavia conto dei diversi interessi economici, sociali e culturali ad esso connessi. Se uno dei connotati fondamentali della VIA è quindi quello della globalità della valutazione svolta sul progetto, particolare rilievo assume in questo contesto il regime delle esenzioni a tale procedimento che possono essere invocate dagli Stati membri, in presenza di condizioni particolari che giustifichino la sottrazione di un’opera da un’attenta valutazione del suo impatto sull’ambiente, in un’ottica di sviluppo sostenibile e tutela della collettività in senso ampio.

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